Edilizia, BETONTEX
Il nome Cascina Continassa è certamente un’alterazione linguistica del nome con cui si designava un’ampia area agricola sviluppatasi intorno ad una cascina risalente circa alla fine del XVII secolo. Composta da una villa o un edificio centrale con diversi appartamenti, la cascina comprendeva alcuni manufatti rustici a supporto dell’attività agricola, un filatoio ed un ampio giardino, oltre ad una cappella edificata alla metà del 1700.
Divenuta una delle più grandi filande del territorio torinese nel XVIII secolo, con l’impiego di circa 200 persone ed una produzione consistente d bozzoli annui, le vicende che caratterizzano la sua storia sono quelle comuni a tanti contesti similari, con cambi di proprietà fino all’acquisizione da parte del Comune di Torino e il riutilizzo per funzioni diverse (centro prevenzione malattie, poi carcere, poi usi assistenziali) fino al suo abbandono.
Nella primavera del 2013 la Juventus acquisisce dal Comune di Torino il diritto di superficie per un periodo di 99 anni rinnovabile e per l’area Continassa, complessivamente circa 180.000 mq, è l’avvio di un processo di riqualificazione che vede il restauro dell’edificio più antico e la realizzazione di opere e nuovi volumi per creare una sorta di piccola città dedicata, il nuovo JVillage.
Sei gli insediamenti in fase di realizzazione: il JTC (Juventus Training Center), nuovo centro di allenamento della Prima Squadra dove avrà sede anche il Centro Media; la nuova sede della Juventus; il J Hotel; la WINS – World International School, il Concept Store. Completano l’insediamento una Centrale Energetica e le opere di urbanizzazione a servizio dell’area.
L’edificio della Cascina Continassa ospiterà la nuova sede della Juventus, in un progetto che ha previsto il restauro dell’antico edificio, secondo le indicazioni dettate dalla Soprintendenza, e la rifunzionalizzazione di circa 4000 mq.
DEGRADO E ANALISI DEL DANNO SULLE STRUTTURE
Cascina Continassa, edificata nel 1700, presenta murature prevalentemente in mattoni pieni con spessore 50-60 cm e una presenza limitata di porzioni costituite da pietrame misto disordinato con listature. Le analisi dei materiali e delle strutture, hanno evidenziato uno stato di sollecitazione significativo per la tipologia della muratura.
L’edificio presenta tutti i caratteri di degrado strutturale e materico propri di immobili in disuso e in stato di abbandono da anni. La mancata manutenzione prima, e la successiva esposizione delle strutture portanti agli agenti atmosferici per lungo tempo, hanno comportato uno stato di degrado avanzato per tutti i materiali presenti e numerosi crolli, totali e parziali, degli orizzontamenti orizzontali lignei e delle strutture a volta oltre all’avvio di fenomeni di ribaltamento delle murature verticali.
In particolare, il degrado dei paramenti murari e le ampie porzioni di distacco e caduta delle superfici ad intonaco, connessi sia a fenomeni di risalita capillare sia all’esposizione agli agenti atmosferici conseguente alla caduta del tetto, hanno indotto fenomeni di deterioramento progressivo per infiltrazioni d’acqua nei giunti di malta con le conseguenze derivanti dai successivi cicli di gelo e disgelo.
Nonostante il degrado generalizzato, le analisi eseguite sulle porzioni integre delle murature hanno evidenziato una buona resistenza meccanica con valori di rottura a compressione della muratura sempre superiori ai 2 MPa, in linea con i valori medi indicati dalla normativa vigente per questa tipologia di muratura. Inoltre, l’esame di tutti i paramenti murari a piano terra non ha evidenziato fessure e dissesti imputabili a fenomeni di schiacciamento e a sollecitazioni di presso-flessione.
L’esecuzione degli interventi di consolidamento strutturale hanno richiesto preventivamente la realizzazione di una serie di opere di messa in sicurezza, quali il puntellamento di volte e solai, o la posa di una struttura di stabilizzazione per la facciata Ovest e del muro centrale di spina, in aggiunta allo smontaggio parziale e progressivo di intere porzioni di muratura.
INTERVENTO CON SISTEMI FIBRE NET
L’intervento di consolidamento della struttura muraria è stato eseguito con un insieme di opere intese a ripristinare l’edificio originale mantenendone le caratteristiche strutturali e materiche. Le modalità del consolidamento sono state identificate puntualmente in considerazione dello stato di conservazione specifico e dello stato di sollecitazione atteso dopo l’intervento.
Accanto ad opere puntuali, l’intervento di consolidamento più esteso è stato realizzato con la tecnica dell’intonaco armato.
Accanto al quale sono state eseguiti previste anche una serie di opere eseguite con fasciatura in materiali compositi.
I rinforzi strutturali di questa tipologia hanno interessato principalmente i pilastri del porticato e il cornicione dell’edificio, laddove il progetto aveva inizialmente previsto l’impiego di tessuti e connettori in fibra di basalto. In fase esecutiva, invece, la Direzione Lavori ha optato per la posa di materiali in carbonio, ritenuti più consoni all’impiego specifico.
In particolare, le opere di rinforzo strutturale in carbonio sono state eseguite con SISTEMA BETONTEX-EPOXY realizzato posando nastri unidirezionali di fibra di carbonio in fasce e connettori tipo Ardfix seguendo la disposizione indicata in progetto esecutivo e secondo il ciclo di posa richiesto.
L’intervento è stato eseguito previa rimozione dell’intonaco, pulizia e regolarizzazione delle superfici con eventuali opere cuci-scuci, rinzaffo e lisciatura per predisporle ad accogliere le fasce in carbonio. Le murature sono state forate per la posa in opera dei connettori tipo Ardfix in fibra di carbonio, fissati con iniezione di resina epossidica tixotropica, sfioccatura alle due estremità dei nastri unidirezionali costituenti il connettore tipo Ardfix e successivo fissaggio con resina sulle superfici murarie.
La successiva posa del rinforzo unidirezionale in carbonio tipo BETONTEX è stata realizzata avendo cura di eseguire una sovrapposizione minima in senso longitudinale e in senso trasversale e passando l’intera superficie con “rullo frangibolle” fino alla completa fuoriuscita dell’aria fra nastro e supporto di posa. Infine, si è proceduto alla stesura sull’intera superficie di un secondo strato di resina impregnante e all’applicazione di sabbia di quarzo asciutta sulla resina prima del suo indurimento in modo da ottenere un’adeguata superficie di adesione per il successivo strato di finitura eseguito con malta di calce.
L’impiego di materiali in fibra di carbonio in sostituzione di rinforzi in basalto è stato dettato principalmente dalle specifiche del materiale che presenta caratteristiche migliori in termini di durabilità, soprattutto in ambiente alcalino determinato dall’utilizzo di malte, e dal quadro normativo di riferimento che attualmente non consente l’impiego di rinforzi in basalto. Per quanto attiene invece l’utilizzo dei connettori Ardfix, essi presentano una maggiore efficacia rispetto il tradizionale connettore a fiocco in quanto consistono in un piolo di diametro variabile 7-10mm inserito nella struttura e accompagnato da uno o più nastri unidirezionali di opportuna larghezza previamente impregnati con resina, essendo tali nastri di lunghezza superiore a quella del piolo. La parte di tessuto eccedente la lunghezza del piolo viene risvoltata sulla faccia esterna della struttura e successivamente laminata in un ulteriore rinforzo posato sopra al connettore così da ottenere un ancoraggio che enfatizza l’aderenza ed evita di forare il nastro di rinforzo.
SCHEDA CANTIERE
OGGETTO_Interventi strutturali a Cascina Continassa, sede sociale Juventus
LOCALITÀ_Comune di Torino
PROGETTISTA ARCHITETTONICO_Arch. Alberto Rolla
PROGETTISTA STRUTTURALE_Prof. Ing. Paolo Napoli, Sintecna
IMPRESA APPALTATRICE PRINCIPALE_Pessina Costruzioni
REALIZZAZIONE_2015-fine lavori prevista 06.2017
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