Ing. Losi: “La problematica dello sfondellamento dei solai si è evidenziata nei decenni scorsi, a partire circa dagli anni ’80 momento in cui non se ne conoscevano bene le cause; oggi c’è sicuramente maggior informazione sull’argomento, anche perché è sempre più vasto il patrimonio edilizio che presenta questo tipo di problema.
Inoltre, bisogna tenere conto che il tema della sicurezza negli edifici pubblici è oggi di grande attualità: si pensi solo al progetto statale SCUOLA SICURA per il quale sono stati emessi dei bandi. Molti professionisti come me si sono trovati, quindi, ad affrontare ed approfondire questo tema. Nel mio caso, nell’ambito degli edifici scolastici di competenza del Comune di Cremona ho avuto l’occasione di lavorare su queste problematiche che investono diverse strutture.”
Vale la pena ricordare che l’Italia presenta oggi un numero di edifici scolastici estremamente elevato se si pensa che le scuole dell’infanzia sono ben 23.334, le scuole primarie circa 18.012 e le scuole secondarie di primo grado circa 8271, oltre naturalmente ad un numero altrettanto importante di edifici che accolgono le scuole secondarie di secondo grado (licei, istituti tecnici e scuole professionali). Molti di questi sono stati edificati il secolo scorso tra gli anni ’60 e ’70, anni in cui la realizzazione di edifici pubblici prevedeva solai in laterocemento ovvero proprio quelli che oggi presentano evidenti segni di degrado tra cui i problemi di sfondellamento.
E come è andata?
Ing. Losi: “Personalmente ho collaborato con l’Impresa Ges.Com. Srl di Monticelli d’Ongina (PC), impresa appaltatrice del Comune di Cremona per questi lavori; in questo caso l’appalto prevedeva che l’impresa si occupasse anche della progettazione strutturale della messa in sicurezza. Preliminarmente il Comune ha eseguito le indagini diagnostiche in una serie di scuole ed ha, dunque, fornito all’impresa, e di conseguenza a me, i disegni degli edifici ed i risultati della diagnostica, con l’individuazione delle porzioni di solai ove la problematica si manifestava.
Lavorando su questa documentazione di base, ci siamo talvolta trovati ad operare su solai non solo in laterocemento ma anche con struttura in travetti tipo varese e tavelloni oppure con travette in profilato di acciaio e tavelloni, modificando di conseguenza sia il calcolo strutturale che le modalità dell’intervento, ma utilizzando sempre le soluzioni del sistema LIFE+.
Il sistema è stato utilizzato lo scorso anno in 12 scuole ed è in corso un ulteriore lotto in altrettanti edifici.
Ing. Losi: “Conoscevo Fibre Net già in precedenza in quanto per una ristrutturazione importante dei solai di un edifico residenziale di 18 alloggi avevo utilizzato la rete in CFRP del sistema Fibrebuild.
Invece in questo caso specifico, avevo visto la soluzione LIFE+ a Made Expo ed al Saie, me ne ero interessato e poi l’occasione è appunto maturata lavorando con Ges.Com Srl e col Comune di Cremona.
L’utilizzo del sistema Fibre Net nasce da precedenti esperienze del Comune di Cremona ed io ho proseguito la progettazione strutturale in questa direzione.
Un aspetto importante, che depone a favore del prodotto LIFE+ di Fibre Net, è che alla fine dei lavori si è proceduto per ciascuna campitura di solaio e per ciascuna tipologia di applicazione (su laterocemento, travetti tipo varese o profilati in acciaio), ad eseguire tre prove a trazione sui connettori (estrazione), ossia prove in sito a campione sui solai oggetto di intervento. In tutte le prove eseguite i risultati sono stati più che soddisfacenti, andando ben oltre i valori di sicurezza calcolati.”
E ora cosa ne pensa, in un mercato in cui le soluzioni tecniche per contrastare lo sfondellamento sono molteplici?
Ing. Losi: “Come ho detto il sistema va bene, anche perché a fronte di una problematica come lo sfondellamento, la soluzione LIFE+ di Fibre Net consente di mantenere l’incremento dei carichi non strutturali pressoché nullo: 0,5 kg/mq contro un’alternativa con intonaco di circa 1-2 cm che non può pesare meno di circa 30 kg/mq.
Da tener presente anche il fatto che la posa di LIFE+ è veloce: basta srotolare la rete ed una volta fissata all’intradosso del solaio coi tasselli non ha bisogno di null’altro e la sua funzione portante inizia da subito.”
Ing. Losi: “La questione finitura è una scelta architettonica e quindi non proprio di mia competenza diretta. Nel contesto in cui sono intervenuto la scelta è stata fatta a monte e sicuramente la questione costi è stata piuttosto rilevante.”
Ing. Losi: “Personalmente ho avuto modo di confrontarmi con sia il Responsabile tecnico commerciale di zona sia con l’Ufficio Tecnico dell’Azienda al fine di verificare alcuni dettagli nei calcoli di utilizzo del sistema, anche in considerazione della varietà dei contesti costruttivi oggetto della mia progettazione. Poi, come sa, la responsabilità è unicamente del progettista e verificare i calcoli per una posa corretta finalizzata ad una soluzione efficace è indispensabile.”
Ing. Losi: “Si, come anzidetto conosco altri sistemi Fibre Net in quanto li ho prescritti in alcuni contesti, quali ad esempio l’edificio storico risalente al 1914 nel quale tutti i solai di piano costituiti da travette in profilati di acciaio e superiori lastrine in calcestruzzo dovevano essere consolidati sia per adeguare la portata agli attuali carichi di normativa, sia per formare piani rigidi sismoresistenti, limitando nel contempo il più possibile i pesi.
Ritornando a LIFE+, il sistema funziona e se ci sarà ancora occasione non c’è motivo di non usarlo. Del resto, dalle risultanze fatte dopo la posa di LIFE+ il riscontro è più che positivo, quindi perché no.”
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